lunedì 24 agosto 2009

Museo della Magna Grecia a Reggio Calabria: cilecca per la 3a volta1


Sono stata a Reggio Calabria 3 volte negli ultimi 6 anni.
No, non sono masochista, ma motivi famigliari fanno sì che ogni 2 anni mi sottoponga alla traversata d'Italia per arrivare fin laggiù (e qui, qualcuno al Governo, all'Anas, o all'Inferno me lo deve spiegare perchè per andare a Parigi - stessi km - ci voglia metà del tempo e dello stress).
Reggio negli ultimi 6 anni è cambiata in modo eclatante, sorprendentemente pulita e ripulita, la Marina rimessa a nuovo, il corso interamente pedonalizzato, le scale mobili (una meraviglia!), il traffico più ordinato. Sto parlando del perimetro urbano, ovvio!, fuori la tentazione di sfoderare il mio coltello svizzero - destinato al pacifico uso di pelare le mele - ed iniziare ad accoltellare chiunque tenti di sorpassare è in agguato ad ogni semaforo.
Gelati, granite, arancini & crocché invece, grazie al cielo, sono sempre divinamente uguali, cioè di una stupefacente bontà (qui parte la pubblicità gratuita: Malavenda, Sottozero e Cordon Bleu).
Quello che è rimasto uguale a se stesso invece è il Museo della Magna Grecia, luogo di riposo dei Bronzi di Riace.
Riposo non dei Bronzi ma dei custodi. Il Museo è composto da 3 piani: interrato (Bronzi), piano terra (antichità), primo piano (mai visto). Generalmente i visitatori arrivano e si fiondano dai Bronzi, oltre all'ovvio motivo (sono splendidi) la predilezione è data anche dal fatto che è l'unica sala climatizzata. Per cui è anche la sala prediletta dei custodi. Al piano terra l'afa è sostenibile solo se si è dei maniaci delle antichità greco-romane (tra l'altro, questo piano è anche abbastanza ben allestito con diorami e cartelli informativi). Il fatto che ci siano alcuni dei pezzi più belli in Italia (il frontone dei Dioscuri è magnifico) è noto ai pochi che sopravvivono al caldo.
Il primo piano in 3 visite non sono mai riuscito a vederlo: "mancanza di personale" è la motivazione portate tutte e 3 le volte. Secondo me è mancanza di ventilatori. Scopro dal sito che esiste addirittura un secondo piano, con la Pinacoteca.
In compenso, il cortile interno offre un'interessante veduta dei metodi di archiviazione del Museo stesso.

3 commenti:

Duck ha detto...

Anche mia cognata, una volta ogni 2 anni, da Milano intraprende quel che lei stessa definisce 'il viaggio della speranza' per trascorrere due settimane in Calabria (terra d'origine del compagno).
Ogni volta torna un'altra donna. Un po' più abbagliata dalla bellezza che sopravvive in quella terra a dispetto di tutto quello che molti dei suoi abitanti fanno per deturparla e svalutarla, un po' più depressa per i motivi di cui sopra.
Le dirò (ora è lì) di non perdersi l'esperienza mistica di cui racconti (dell'esperienza mistica mi pare abbia anche il ritmo, con i tre livelli cui ascendere gradualmente, i custodi a vegliare sul rito, le illuminazioni, il mistero...)

(Sono contenta che tu sia tornata a scrivere qui!)

Anacronista ha detto...

Ti trovo casualmente su anobii, finisco sul tuo blog e mi imbatto in questo post sulla mia città. Mi fa una certa impressione sentirne parlare, non so perché. Sul Museo, condivido tutto. Ora stanno rifacendo la facciata, forse si sono dimenticati dei due piani "senza ventilatori".

Aryscartosso ha detto...

eh come ti capisco...mio padre è calabrese, quindi noi OGNI ANNO, facciamo 15 (ma sono state anche 18) ore filate (perchè guai a fermarsi per strada, anche se i miei ormai non sono più dei giovincelli) per andare...a Reggio? ma no! ben 70 km oltre, proprio sulla punta....e se Reggio a volte è trascurata e disordinata (ma come guidano questi??) devi vedere la provincia..Gerace è stupenda. Ma se provi a spostarti un po'....auguri! Gente che va contromano, parcheggia in mezzo alla strada, abbandona i rifiuti ovunque...ed è un peccato, è una terra che daà moltissimo (certa frutta qui nel Veneto te la sogni) e stupenda.